Poesia

Ode alla Primavera - Mesihi di Pristina

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Scritto da Alba

Non ascoltate l'usignolo

quando con il suo dolce canto dice:

La primavera è giunta?

La primavera forma

in tutti i giardini

Mille vistosi baldacchini;

I suoi fiori argentati,

il mandorlo rigoglioso

Sparge attorno con mano generosa.

Giochiamo, beviamo;

che la primavera va via in un istante

sfuggendoci leggera.

 

I prati, le colline,

Si vestono di fiori

dai colori brillanti;

Ansiose di piacere,

sbocciano le rose;

Chissà se anche noi godiamo della vita

Quando termina la stagione fiorita?

Giochiamo, beviamo;

che la primavera va via in un istante

sfuggendoci leggera

 

Dalla siepe le rose

lanciano mille bagliori deliziosi

Come i tulipani

che fioriscono attorno,

Le gocce di rugiada sospese

sulla corolla del giglio

emanano una luce splendente;

allegre attraversano l'aria per

posarsi sulle rose.

Se cerchi l'allegria e la spensieratezza,

per cortesia, a me solo, solo a me, presta orecchio.

Giochiamo, beviamo;

che la primavera va via in un'istante

sfuggendoci leggera.

 

Sono gigli e rose,

le fresche guance delle fanciulle in fiore,

e le gocce di rugiada sono perle rilucenti

che portano per pendenti.

E non credere, stolto,che sia di gran durata

di queste tenere fanciulle la bellezza.

Giochiamo, beviamo;

che la primavera va via in un'istante

sfuggendoci leggera.

 

Degli anemoni, dei tulipani

Delle rose e dei gelsomini

Si riempiono i giardini;

E i raggi del sole, la blanda pioggia, e il vento

donano colore e respiro;

Tu, che sei un uomo coerente,

godi allegramente,circondato dagli amici,

questo giorno.

Giochiamo, beviamo;

che la primavera va via in un'istante

sfuggendoci leggera.

 

Passato è quel tempo

In cui l'erba era distesa,dolorante,

e il calice della rosa reclinato

sul suo petto esausto;

Ora le colline e le valli

Sono di rose ricoperte

Giochiamo, beviamo;

che la primavera va via in un'istante

sfuggendoci leggera.

 

All'aurora, le nubi,

versano amorose

mille perle sopra i fiori

Sparge lo zefiro mattutino,

muschio tartaro,profumando la terra.

Non essere indolente,non sciupare la vita,

che passa come i fiori, in gran fretta.

I roseti spargono profumo nell'aria,

e con le perle di rugiada benedicono con il loro balsamo,

la terra ansiosa di ricevere quell'acqua di rose;

E il cielo coperto di nubi,come tenda si estende,

e i giardini dalla calura difende.

Giochiamo, beviamo;

che la primavera va via in un'istante

sfuggendoci leggera.

 

Che disastro causarono

i venti dell'autunno sui teneri roseti!

Ma già il Re della terra con equità

elargisce attorno la sua fiamma,

e al bevitore, intanto che cresce la luce d'oro,

la vita il suo nettare delizioso offre.

Giochiamo, beviamo;

che la primavera va via in un'istante

sfuggendoci leggera.

 

Questa valle, con il mio canto

Spero sarà, rinomata un giorno;

Invitati, fanciulle,

Possa essere questa seducente idea

la prova del mio amore.

Ah! Tu usignolo sei

Mesihi quando posa la sua testa

sul petto di fanciulle purpuree come rose.

Copyright 2011 Ode alla Primavera - Mesihi di Pristina. Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione 3.0 Unported.
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