Poesia
Per la Solitudine e per la Luna di Gregorio Martinez Sierra
Per la Solitudine voglio una rima
satura del profumo della menta piperita,
del timo e del sandalo,del limone e del cedro,
della magnolia e della verbena.
Per la Solitudine, l'incantata
Fantasia, infila le stelle,i fiocchi di neve,
i chicchi di melograno,
Per la Solitudine, l'anima come un ragno
tesse le sue tele più fini da rosa a rosa,
sotto il sole di Spagna, nella serenità dei giardini.
Per la Solitudine voglio prose
che parlino di te, perché tu possa
riempirle con il carminio fragrante delle tue rose
e con il niveo biancore dei gigli.
Per cantare la Solitudine,vorrei
i palpiti profondi dei mari
quando sopra di essi vola la chimera
raccontando alle onde le pene della Luna,
che quella notte si è perduta sopra un prato,
e sogna di risvegliare qualche anima addormentata,
per stregarla,dominarla, per essere la sua padrona.
Perché la Luna è insaziabile e folle,
è sempre assetata di anime e di amori,
e va rubando un bacio da ogni bocca,
e da ogni fiore aspira il suo profumo.
E' autoritaria, e chiede i cuori
degli innamorati,la follia dei poeti,
e rime tristi, e genuflessioni,
i sospiri e le lacrime segrete.
Solitudine e Luna, sorelle squisite!
Solitudine, il giardino;Luna, il suo fiore;
Solitudine e Luna, complici benedetti
di tutti i sogni e di tutte le pene!
Solitudine, baldacchino delle anime tristi,
maestra delle anime raggianti,
tu,che serenamente vesti tutto di gioia,
e coaguli le lacrime in diamanti!
Luna, balsamo di pietà per le pene,
balsamo di pace per le risate folli,
coltivatrice di parole buone
nel giardino delle bocche amate.
Chi non ha raccolto un dolce parola
nel giardino di un cuore schivo?
Chi non conosce la carezza
e l'incanto senza fine con cui la Solitudine
assapora l'aroma di quella voce, pietosa
con chi ama la Luna, e il cuore si scioglie
nella fragranza dolorosa di quella fioritura,
per tutti coloro che non sanno distinguere
la spina dalla rosa?
Solitudine, nave rifugio, sempre aperta!
Per cantare con gratitudine
il tuo silenzio e la tua onnipotenza
vengo a rubare le rime da quella fonte
che è la tua voce, e a conoscere la tua scienza