Poesia
Elegia di Goffredo Bellonci
Io vi ho amato, che c'erano nei vostri
occhi sorrisi di letizia arcana,
e armonia nella voce, e nei capelli
lievi profumi, ed era il riso pieno
di voli ignoti per ignoti cieli.
Voi non mi avete amato, e nella mente
fu buio di crepuscoli: l'amore
è triste e rende inutile la vita.
Se detta il cuore, sapienza tace
e neghittoso l'intelletto vive.
Voi non mi avete amato, ed io con mano
tremula ricercai dentro sublimi
poemi e in tenebrose opre di saggi
un conforto che solo la Natura
sanatrice divina mi donò.
Oh ! Tramonto mestissimo, se bene
dolce al ricordo : c'era in fondo al lago
non so se verde d'alberi, che azzurro
di firmamenti, e nero di tempeste
e le alighe: l'alighe, emergenti
occhi immani di demoni, feroci
mi fissavano, e venne d'improvviso
nel mio cuore un'angoscia : udii più spessi
trilli di grilli, vidi sopra le acque
un tripudio di insetti, e tra le piante
nell'alto un lampeggiar d'oro, che il sole
tramontava, e mi prese un desiderio
di libertà, d'aria, di luce : via
tra lustreggiar di frondi rugiadose
con brividi di lieve vento, giunsi
alla vetta dolcissima del colle
e vidi : vidi in fondo la città
piena di luci e di tumulto ; sopra
tutta un'infinità muta di cieli
pieni di voli taciti e di nubi
tragiche enormi transvolanti, e fu
nulla nel cuore e nella mente tutto.
Tutto: l'odio dell'uomo che non ha pane,
l'ululo di chi soffre, il disperato
sorriso della femmina, l'amore
garrulo delle madri, il tempestoso
riso del folle, e un'allegra fiorita
d'occhi di bimbi, cenili, e di fisse
al passato, pupille di vegliardi,
e una immensa pietà di me, di voi,
degli umani, e un amore, un nuovo amore
della terra che palpita fugace,
dell'Universo che si ruota eterno.