Poesia
Io sognai di Giovanni Camerana
Io sognai. Fu il mio sogno fantastico:
Un tramonto, una morta, un poeta.
Oh, qualcun che m’intenda! che dicami:
“Furon larve notturne; t’acqueta”.
Io sognai. Nella bara la vergine,
Come un giglio consunto, giacea;
Sull’occiduo chiaror malinconico
Il suo greco profil si pingea.
Era immoto il bel seno; eran gelide
Le diffuse del crin bionde anella:
A baciarle, spuntava di Venere,
Dietro ai monti già foschi, la stella.
A’ suoi piè stava ancor l’arpa flebile,
Ma una corda, oh tristezza! era infranta.
Ed ancora l’amplesso dell’edera
Avvolgea quella fronte da santa.
La campagna era muta. Ma un gemito
Echeggiava nell’ombra sommesso;
Ma d’accanto alla povera esanime
Singhiozzava un garzon genuflesso.
Cupo sogno, presagio funereo!…
La mia Musa, oh segreti d’Iddio!
Era quella defunta: quel gemito,
Ahi sventura! era il gemito mio.