Biografie
Igino
Caio Giulio Igino, (64 aC- 17 a.C) a cui viene attribuita la paternità delle “Fabule” da cui è stato tratto il racconto di Agnodice è stato secondo Svetonio, un liberto di Augusto. Di nazionalità Ispanica, visse ad Alessandria, fu portato a Roma come schiavo da Cesare, in seguito alla caduta di Alessandria. Liberato da Augusto, il quale gli diede il nomen e il prenomen, lavorò come direttore presso la biblioteca Palatina, dedicandosi contemporaneamente all'attività didattica, questo si deduce anche dallo stile semplice e lineare delle sue opere, probabilmente destinate alla lettura scolastica dei suoi allievi. Fu legato da rapporti di amicizia con Ovidio e lo storico Clodio, che lo sostenne anche economicamente, quando in seguito al deteriorarsi dei rapporti con Augusto le sue condizioni economiche subirono un tracollo.
L'immagine che ci è pervenuta è quella di una personalità eclettica, i cui interessi spaziavano in ogni campo dello scibile. Tra le sue opere ricordiamo:
-Fabulae: una raccolta di miti e leggende, la cui paternità, al pari del trattato di Astronomia sembra piuttosto da attribuirsi ad uno pseudo Igino vissuto molti secoli dopo e del quale ignoriamo la vita.
- Astronomia: altrimenti nota come Astronomia poetica, sono quattro libri che raccolgono i miti legati agli astri, mantenendo tuttavia un connotato scientifico.
-Urbes italicae o De situ urbium italicarum, dove prendeva in considerazione i miti e le leggende legate alle fondazioni delle città italiche.
-De familiis troianis (un'opera celebrativa di Enea) commissionata da Augusto il quale si riteneva un suo diretto discendente.
-De apibus, un trattato fantastico sulla vita delle api, ripreso in seguito da Colummella
-De re rustica un trattato sulla vita agreste.