I miti gli eroi e le leggende del passato
Genesi del mito
Mito e mitologia sono termini ambigui, variamente definiti e definibili, di largo uso e connotazioni infinite. Il fatto che lo studio del mito si inserisca in un campo multidisciplinare fa si che non esiste un criterio unitario per la sua definizione:
mito, leggenda, magia, racconto popolare, storie sacre, tradizioni, sogno, credenze dell'immaginario, metafore, simboli, sono stati studiati da parte degli studiosi come parte del concetto di mitico e si sono inseriti prepotentemente nel dominio della sociologia, dell'antropologia, filosofia, letteratura, storia, psicanalisi, religione, contribuendo a costituire l' insieme schematico di percezioni, forme simboliche di trasmissioni di credenze, costumi, espressioni artistiche dei cerimoniali e rituali, fino a diventare manifestazioni spontanee della cultura umana e della sua psicologia, generando una forma di pensiero comune, capace di interpretare qualsiasi realtà che si presenta sotto forma di pensieri astratti, immutabili sconosciuti, convertendo l'impercettibile in percettibile, l'infinito in finito e trasformando i concetti e le forme astratte in immagini percepibili e rappresentazioni concrete, deducendone che nascono e si sviluppano seguendo percorsi psicologici. Può a ragion veduta essere visto come un percorso privilegiato della conoscenza
... Taluni pretendono che ogni società esprima nei suoi miti, sentimenti fondamentali come l’amore, l’odio o la vendetta, che sono comuni all’intera umanità. La mitologia sarà considerata come un riflesso di una struttura sociale e dei rapporti sociali. Tutto può succedere in un mito, sembra che in essi la successione degli avvenimenti non sia subordinata a nessuna regola di logica o continuità. Questi miti, in apparenza, arbitrari, si riproducono con gli stessi caratteri e spesso gli stessi particolari nelle diverse regioni del mondo, solo a condizione di acquisire coscienza di questa fondamentale antinomia che dipende dalla natura del mito potremo sperare di risolverlo... Levy Strauss.
Ma il mito significa anche un racconto sacro o culturalmente centrale, molti miti dell'antichità classica, non sono altro che racconti di dei e delle relazioni che intrattengono con gli uomini, relazioni che non sono esclusivamente di pertinenza della sola sfera fisica ma anche e soprattutto sono riferibili a certe attitudini psichiche. Hanno il loro sviluppo temporale nell'epoca in cui questi avevano creato, popolato e governato la terra, secondo Mircea Eliade, il mito racconta una storia sacra;
...è il racconto di eventi accaduti in un tempo primordiale , il tempo favoloso dell'inizio...,
in altre parole è il racconto di come grazie all'intervento di un essere soprannaturale, una realtà è venuta ad esistere, sia come realtà totale , il cosmo o un suo frammento, un'isola, una specie vegetale, un comportamento umano, un istituzione. I miti rivelano un'attività creatrice che svela la sacralità delle sue opere. I miti spesso sono inseriti all'interno di composizioni religiose che pur non presentando una struttura narrativa in senso stretto del termine, hanno tuttavia dei connotati letterari. Dal punto di vista etnografico, i miti derivano da forme di trasmissioni orali che tramandate di generazioni in generazioni furono fissati in testi scritti all'indomani della civilizzazione.
Il mondo mitico, non è immaginario, ma è percepito come esperienza quotidiana, per cui il mondo del soprannaturale è inscindibile dalla concezione mistica ed emozionale della mentalità primitiva...Levy-Bruhl
Il mito e la mitologia, si trasformano quindi nello specchio fedele dei popoli che avevano abitato per primi certe zone della terra, costantemente in balia di certe forze della natura, incontrollabili e capricciose, in perenne lotta per il dominio dei mezzi e della lotta per la sopravvivenza.
Il mito per Cassirer rappresenta a prima vista un puro caos, una massa informe di idee incoerenti, è inutile tentare di ricercarne le sue ragioni. Se c'è qualcosa che può caratterizzare il mito è il fatto che è sprovvisto di rima e di ragione. Tutte le forme letterarie del mito sono almeno in apparenza fine a se stessi non avendo altro scopo che quello di essere parte integrante di un ufficio religioso, uno scongiuro rituale magico o generalizzato.
L'attribuzione dello status di mito all'interno della narrativa è importante sia per lo studio della mitologia sia per individuare la possibile presenza dei miti in letteratura e in altre espressioni letterarie dell'antichità, come le opere letterarie dell'antica Mesopotamia o dell'antica Grecia, combinando al suo interno un elemento teorico e un elemento di creazione artistica, fortemente imparentato con la poesia. Il mito antico costituisce la massa da dove è emerso poco a poco la poesia moderna mediante il processo noto agli evoluzionisti di differenziazione e specializzazione.
Per grande che sia la nostra ignoranza della lingua e della cultura da cui l'abbiamo raccolto, un mito viene percepito come mito da ogni lettore, in tutto il mondo. La sostanza del mito, non sta né nello stile né nel modo di narrazione, né nella sintassi, ma nella storia che vi è raccontata. Il mito si presenta quindi sotto forma di canto epico, poesia lirica e corale, inni tragedie, commedie e con un uso differente sotto forma di filosofia. Di conseguenza i contorni tra religione, e letteratura o narrativa appaiono molto sfumati.
Ciò che conduce direttamente all'espressione del divino è la parola, l'unica in grado di instaurare un ordine, è la lingua poetica attraverso la quale si servirono i popoli dell'antichità per spiegare i fenomeni naturali considerati come forma visibile della personalità divina. Perciò la letteratura mitologica, pur avendo a suo fondamento i racconti mitici che implicano un certo grado di finzione narrativa, esiste in loro una dimensione di realtà vivida non necessariamente veritiera paragonabile alla storia sacra per il credente cristiano. I miti dunque non sono delle semplici esercitazioni stilistiche ma obbediscono a regole ben precise anche se ancora oggi il mito viene considerato come favola, come sinonimo di qualcosa di immaginario e irraggiungibile.
...E' noto che la letteratura, orale e scritta, è figlia della mitologia e erede delle sue funzioni: narrare le avventure, raccontare tutto quanto di significativo è accaduto nel mondo... M.Eliade
Per considerare come mitologico una qualsiasi opera pervenuta a noi dai tempi più remoti, bisogna individuare almeno tre elementi specifici:
A) Lo spazio mitopoietico:
Notoriamente distinguibile da quello geometrico, estensione astratta infinita continua omogenea riproducibile in ogni sua parte.
Lo spazio mitopoietico è concepito come qualcosa di concreto, qualitativamente eterogeneo, carico di valori sacri e di attitudini emozionali. E' uno spazio discontinuo, segmentato, divisibile in settori ben individuabili all'interno dei quali esiste un centro dove si localizzano:
l'albero della vita,il tempio, la città,ecc. punto di contatto tra i diversi livelli
cosmici e una periferia i cui margini collidono con il caos
(la sfera ostile al cosmo organizzato )
Il Centro è per Eliade la zona sacra, la zona della realtà assoluta. Percorrere questo cammino si presenta come un'impresa ardua, con obbiettive difficoltà lungo il percorso per lo più accidentato per raggiungere un tempio, lunghe peregrinazioni per raggiungere un luogo santo,come il pellegrinaggio alle pendici del monte Kailash, viaggi pericolosi che vedono gli eroi partire per andare alla ricerca di un bene strumentale o semplicemente spirituale destinato a beneficare l'umanità.
B) Il tempo mitico o tempo dell'inizio:
Nel pensiero mitologico, la percezione più comune del tempo è la credenza che compare in tutte le diverse mitologie di un'epoca speciale, favolosa,epoca che ha visto la partecipazione attiva di un essere soprannaturale, qualitativamente distinta dal tempo cronologico. In questo mondo primigenio il mito compenetra la realtà diventando un'unità indissolubile, dove la storia, la leggenda e l'eroe si fondono con il divino.
...la vera anamnesi storiografica ha origine in un tempo primordiale, il tempo in cui gli uomini istituivano i loro comportamenti culturali e talvolta credevano che questi comportamenti fossero stati rivelati dagli esseri soprannaturali... M.Eliade.
Il tempo dell'inizio o tempo delle origini è l'epoca in cui per azione dell'eroe culturale, degli ancestri e degli dei il mondo viene creato così come lo vediamo noi: il paesaggio, gli astri, il mare, la volta celeste le piante gli animali e l'uomo (mito cosmogonico, antropogonico e della creazione) è l'epoca dei primi atti e dei primi oggetti, la scoperta del fuoco, il primo istrumento della caccia, ecc. Non è solo un'epoca passata ma un'epoca speciale nella quale si stabiliscono i paradigmi e i prototipi del comportamento sociale, produttivo e rituale.
C) I personaggi mitologici
Gli dei si inseriscono spesso nello svolgimento della narrativa mitologica. Differiscono dagli eroi culturali e dai proancestri per il fatto che sono presenti nel tempo empirico e non nel tempo mitico come accade per gli altri, altra differenza sostanziale sta nel fatto che il frutto della loro attività creativa naturale o culturale deriva direttamente da qualche opera di magia, nominando un oggetto, facendolo derivare da qualche parte di se stessi, mentre gli oggetti che gli eroi culturali portano con se, dopo averli rubati e sconfitto un essere soprannatutale hanno una provenienza molto lontano, spesso vengono trovati da altri mondi. Gli dei possono essere creati partendo da una figura chiamata essere supremo, il detentore delle leggi dell'Universo.
...Viaggiando, diceva Plutarco a Colate potrai trovare città senza mura e senza lettere, senza re e senza case, senza ricchezze e senza l'uso della moneta, prive di teatri e di ginnasi. Ma una città senza templi e senza dei, che non pratichi né preghiere, né giuramenti, né divinazione, né i sacrifici per impetrare i beni e deprecare i mali, nessuno l'ha mai veduta, né la vedrà mai...
Ma l'essere supremo è spesso a livello mitologico, noto anche come deus otiosus, cioè è visto come colui che dopo aver partecipato attivamente all'opera di creazione, si ritira e delega gli dei al governo del creato, uomini compresi. In virtù di questo volontario allontanamento dall'opera della sua creazione entrano in scena altri personaggi, coloro che portano a compimento l'opera intrapresa dall'essere supremo, sono gli eroi culturali o eroi civilizzatori. Comuni ad ogni mitologia, sono coloro che apportano all'umanità grandi benefici, trasformando un mondo vergine ancora tutto da scoprire in un mondo ospitale, insegnando agli uomini l'uso del fuoco, la canalizzazione delle acque, la coltivazione della terra, la lavorazione dei metalli, insegnando ad essi la comprensione del mondo e della religiosità.
I contenuti tematici dei miti, si ripropongono sempre seguendo schemi fissi:
a) La cosmogonia o il mito delle origini, dove risulta sin dalla prima lettura l'immagine di una razza divina, superiore , a partire dalla quale si origina e organizza tutto l'esistente,rispondendo alla necessità di legittimare una dominazione, in maniera tale che una divinità inizialmente sconosciuta, come nel caso di una figura di una divinità locale prenda la supremazia nel pantheon spiazzando così una serie di divinità preesistenti sviluppando così un complesso narrativo che in genere si conclude con il racconto dell'edificazione di nuove città, la costruzione di nuovi templi, lo sviluppo delle arti o semplicemente con la nascita di una civiltà destinata ad emergere dall'oscurantismo delle civiltà che l'hanno preceduta.
b) Il mito di organizzazione, nel quale emerge la descrizione di come il mondo si va strutturando organicamente
c) Il mito del contatto tra il divino e l'umano, descrive le relazioni tra gli dei e gli uomini
d) I miti degli eroi, che gravitano attorno alla figura centrale dell'eroe.
e)Il mito dell'oltretomba che mostra l'inferno come il luogo oscuro nel quale si ritroveranno gli esseri mortali poiché il cielo è riservato agli immortali.
f) Il mito di distruzione e rinnovamento, nel quale un evento di per distruttivo, diventa il punto di partenza per la nascita di una nuova umanità decisamente migliore.
g) Il mito di ascensione, nel quale il personaggio sale in cielo per impossessarsi di un dono degli dei.
h) I miti di esaltazione nei quali si esaltano e si mitificano dei e re.
A questa struttura pressoché costante si aggiungono soprattutto nei miti antichissimi l'insieme schematico della lotta e della vittoria, nella quale un combattimento ad armi impari, evolve a favore della parte più debole, per intervento divino o per qualità avute in dono da un essere divino
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