I miti gli eroi e le leggende del passato
Il Fiore d'Acqua
La leggenda del “ Fior dell'Acqua” è una delle tante storie fiorite attorno alle figure leggendarie delle Xane. Ma chi sono le Xane?. Nella tradizione delle Asturie, le Xane sono figure un po' ninfe dei boschi un po' fate, comunque dotate di una bellezza singolare. A volte sono rappresentate con lunghi capelli biondi, altre volte, più raramente, con lunghi capelli neri. E' un mito radicato a tal punto nella cultura Asturiana che molti riferimenti topografici portano il nome delle Xane, come l'esempio della foto che ritrae il “ Salto delle Xane “.
Si presentano come piccolissime donne, molto belle, in genere benefiche, che vivono ai margini dei boschi, in palazzi di cristallo dentro pozze di acqua. Attraverso lo zampillo, nelle notti di Luna escono fuori per lavare la loro biancheria che mettono ad asciugare alla luce dei raggi lunari. Alle Xane non vengono in genere attribuiti poteri malefici, qualche volta essendo impossibilitate ad allattare scambiano i loro bambini ( Xanini ) con i bambini del paese affinchè le loro madri facciano loro inconsapevolmente da balia. Altre volte come in questo bellissimo racconto di Federico de Castro Fernandez ( Almeria 30-12- 1834; Huelva 10-04- 1903 ), eminente filosofo spagnolo, fanno da pronubo, e ancora, si divertono ad incantare gli spovveduti che si avvicinano alle loro fonti con il miraggio di tesori nascosti. Tra tutte le varianti della leggenda questa mi è parsa la più bella e desidero dedicarla a tutti quelli che sanno credere ancora nelle favole.
-Non andate, diceva la nonna filando il suo fiocco di lana, seduta al lato del caminetto, alle sue nipotine, belle come i fiori; una allegra e rosea come l'aurora, pallida e melanconica l'altra, come le foglie d'autunno
-Non passate a mezzanotte per la fonte di Avellana, non ci passate, nipotine mie, perché in quella fonte c'è una Xana.
Le fanciulle sospirarono, forse pensando a quei versi di Araujo:
"Si por la noche niňa inocente
De su amores sufre desvelos
Y en un suspiro de amor ardente
Manda al objeto de sus anhelos
No, nada importa che este' distante
Cruzando el aire ligera Xana
Lo lleva al pecho del tierno amante
Ma la nonnina parve non accorgersi dei sospiri, era già da tanto tempo che non sospirava
più e continuò dicendo: sapete nipotine chi è una Xana?- E chi è che non lo sa qui nelle Asturie? Le rispose la più maliziosetta delle due ragazze.
- Una Xana è una bellissima donnina alta un piede, più bianca dei raggi della Luna di cui sono intessute le sue leggerissime vesti, una graziosissima piccola donna che abita in un palazzo tanto piccolo e tanto grazioso quanto lei, fatto di cristallo, conchiglie e coralli, in fondo ad una fontana situata in un luogo molto solitario. Scivolando attraverso il suo zampillo, dopo la mezzanotte esce per lavare la sua roba, bianca quasi quanto lei.
- Anche, disse la fanciulla ribelle, assumendo un'aria furbetta anche... dicono, continuò, mentre le guance diventavano di porpora, anche...che faccia altre cose che dimostrano che non è poi così presa dalle sua fonte come dicono.
- Taci, birbante, che ho sempre dubitato che tu fossi la figlia di mio figlio. Ti portò qui non so chi, che non si è mai trovato il tuo certificato di battesimo.
- Ascoltami tu, nipotina mia, tu che sei la più obbediente, disse abbracciando affettuosamente la fanciulla pallida, non fare caso a questa pazzerella e cerca di evitare di incontrarti con le Xane che vivono rinchiuse a ragion veduta nelle fonti nascoste tra le rocce più aspre.
Però la fanciulla dalle guance rosee, senza scomporsi per il rimprovero appena subito da parte della nonna cominciò a canticchiare:
"Son muchas fuentes xanas cautivas
A quien complace copiar el cielo,
Son estas xanas muy vengativas
Para quien turba su limpio suelo.
Guay de la ňiňa que va a esas fuentes
Y enturbia el brillo de sus cristales.”
E la fanciulla pallida impallidì ancora di più.
- Dicono che quelle che si lavano in queste fonti senza rimuovere il fondo e senza intorbidire la trasparenza delle sue acque cristalline, acquistano una pelle giovane e fresca, la brillantezza nello sguardo, eccitanti labbra di corallo e un colore tanto delicato nelle gote che i ragazzi a cui rivolgono uno sguardo d'amore, si innamorano perdutamente di loro. Ma succede che:
"Tal virtù habia
Aquel aqua clara,
Que quien la tocare
D'amores se abrasa.”
La fanciulla pallida sembrava essere sul punto di svenire.
Però la nonnina sembrava non accorgersi di nulla; come avrebbe potuto accorgersi se gli anni avevano spento la luce dei suoi occhi?
-Quando è riuscita a conquistare una di queste fanciulle, proseguì, le consegna una misteriosa matassa di filo d'oro. Ahi! se la poverina si sbaglia a dipanarla! Anche se viene dipanata una sola volta verso sinistra, il filo magico rimarrà fermo in quel punto, e colei che sta dipanando la matassa, pur bruciante d'amore non vedrà fiorire il “ Fiore dell'Acqua “.
La fanciulla pallida cadde a terra svenuta.
Ma perché la ragazza era svenuta? Una notte tornava a casa dopo essere stata alla sagra del paese, appoggiata al braccio del suo amante. Non si erano mai detti nulla, e lei già sentiva di appartenergli e tutta la gente del paese già li vedevano come sposi promessi.
Era suo cugino; i loro genitori erano fratelli, entrambi orfani, erano cresciuti insieme, circondati dall'affetto di quella povera vecchia. La prima camicia ricamata che lui aveva indossato era stata ricamata da lei; il primo vestito di lusso e i primi orecchini di corallo che lei aveva indossato destando l'ammirazione di tutti alla festa del paese, erano stati regali di lui, acquistati con i primi frutti del suo lavoro. Una notte senza sapere il perché lui era entrato sotto le sue coperte. Lei non aveva timore di andare da sola in nessun posto, non la spaventavano i latrati dei cani nei prati, ne gli ululati dei lupi sulla montagna, ne i pesanti apprezzamenti dei ragazzi del paese; il bastone di suo cugino imponeva rispetto a tutti. Lui non temeva che la pioggia e la neve bagnassero i suoi indumenti, ne che i rami e le rocce strappassero i suoi vestiti; quando tornava a casa lei gli aveva già preparato degli altri abiti, una candela e del sidro caldo. Perché avrebbe dovuto preoccuparsi per il suo futuro, se suo cugino era il miglior lavoratore di tutte le Asturie?
Perchè avrebbe dovuto aver timore di sfidare grandi pericoli, se sapeva che le preghiere di sua cugina lo proteggevano da ogni pericolo? Per lui non c'era altra donna come lei, per lei non esisteva nessun altro uomo al mondo che lui. Per questo appoggiata al suo braccio tornavano felici dalla festa saltando di roccia in roccia dopo la mezzanotte. Era una notte molto chiara; la luce della Luna, penetrando attraverso i folti rami, proiettava sul suolo le figure più strane; l'aria era profumata dall'aroma campestre dei profumi dei fiori della primavera. Sembrava che si respirasse meglio, che il petto si dilatasse, che la natura stessa si confondesse in un unico bacio universale, e loro erano caduti nell'attrattiva di quella notte, camminavano lentamente addentrandosi per i sentieri più nascosti. Affidandosi a sogni gioiosi di cui non sembravano darsi conti, non pronunciavano parola per non turbare l'incanto del silenzio di quella notte. Ma perché le loro labbra si sono dischiuse all'improvviso in un'esclamazione? Sotto un enorme nocciolo fiorito, nel cui vecchio tronco si intrecciano cespugli di piante e un roseto, hanno intravisto un laghetto tanto trasparente da poter vedere il fondo di arena e tanto piccolo da poter essere scambiato per la fonte battesimale della chiesa del paese. Le sue acque in lontananza sembrano assumere colori diversi, sopra uno strato di conchiglie madreperlate si innalzano colonne di coralli che sostengono cupole di cristallo. Una figura bianchissima, più bianca dei raggi della luna, si è precipitata spaventata dal suono delle voci nelle acque della fonte. Non c'è dubbio; restano ancora sulla superficie le onde leggere prodotte dalla sua caduta, ancora si intravede nel fondo il luminoso bagliore del suo vestito. Da quella notte l'orfana non è già più per l'orfano l'unica donna che esiste al mondo.
La donna che è amata dall'uomo che lei ama con tutto il suo cuore, dicono che è sua sorella. Una notte la portarono a casa sua dicendo che era una figlia di suo padre, nata in una terra lontana e lei l' accolse a braccia aperte. Dice di essere sua sorella e non ha indovinato il suo segreto. Dice di essere sua sorella e si appoggia al braccio del suo amato. Dice di essere sua sorella e la lascia sola in questo mondo. Dice che è sua sorella e non vede che impallidisce sempre di più. Dice che è sua sorella e non vede che muore. E lei non può odiarla perché è sua sorella, perché è figlia dei suoi genitori. Lei non scambierà la felicità di sua sorella con la sua, perché il rimorso non la lascerebbe vivere e l'ombra dei suoi genitori la perseguiterebbe per tutta la vita. Per questo ha visitato a mezzanotte la fonte della Xana, per questo ha dipanato al contrario il filo della matassa misteriosa, perché lei già non cerca più la ricchezza, la bellezza né la felicità. Perché lei cerca solo la morte.
Però vuole vivere qualche mese ancora, vuole vedere la notte di San Giovanni , quando apparirà il “ Fiore dell'Acqua “, vuole lei stessa congiungere le mani di sua sorella e del suo amante e solo allora spirare per raggiungere i suoi genitori dicendo agli uni :
- Siate felici. E agli altri:
-Accoglietemi tra le vostre braccia; vedete quello che ho fatto per la sorella che mi avete affidato?” .
Però quella era davvero sua sorella ?
Molte volte l'aveva vista sparire dal letto al giungere della mezzanotte.
Non aveva avuto il coraggio di seguirla.
Forse nel prato c'era il suo amante che l'aspettava.
Altre volte le era sembrata piccola ma tanto piccola.
Quando correva nessuno riusciva a raggiungerla.
Quando si bagnava si immergeva nell'acqua come se non volesse più riemergere.
Aveva veramente visto tutte queste cose?
Erano deliri provocati dalla sua malattia?
Giunse infine la notte di san Giovanni.
- Questa notte non resterò in casa, disse a sua nonna, con una piglio deciso in contrasto con la sua naturale dolcezza, voglio respirare per l'ultima volta l'aria profumata dei campi.
- Io ti accompagnerò, sorella mia, disse la ragazza capricciosetta, rivolgendosi a lei per la prima volta con questo nome affettuoso, andiamo a vedere per quale delle due questa notte apparirà il “ Fiore dell'Acqua “.
Unite, come la notte che se ne va e il giorno che viene, camminano insieme verso la fonte della Xana.
Comé diverso il cammino! Come opprime il silenzio della notte! Che profumo di morte emanano i fiori! Come si sente sola la povera ragazza! E al suo lato c'è suo cugino. E sua sorella ha voluto accompagnarla.
Però quei boschi e quelle rocce non le vedrà mai più, quel prato dove correva, non sentirà più il suo passo leggero.
- Addio casetta, dove ho passato ore tanto felici.
- Addio povera vecchietta che mi ha fatto da madre; non tornerò più ad ascoltare le graziose leggende, con cui mi facevi addormentare! Chi chiuderà i tuoi occhi , madre mia?
- Venite qui, datemi ognuno il vostro braccio; venite, che già si intravede chiaramente la fonte dell'Avellano; vedrete come appare sulla riva il “ Fiore d'Acqua “.
Ma perché la rosea fanciulla le ha lasciato il braccio all'improvviso? Non corre, non salta, vola; ogni istante che passa sembra più piccola Le sue vesti si confondono con quelle della Luna.
Alza appena un piede e già si precipita dentro la fontana. E' lei, si è lei, con il suo vestito più bianco della Luna, con la sua corona di perle e la sua collana di corallo. E' lei la Xana della fonte dell'Avellano che porta in mano il “ Fiore dell'Acqua “.
- Che le tue gote ritornino rosee sorella mia; chi potrà mai separarti dal tuo amato d'orain poi? Lui ha conosciuto il vero amore e un altro amore bello come il tuo non lo troverà mai più.